Amanda (Laura Morante) non ha mai avuto un ottimo rapporto con gli uomini, avendo quasi paura di relazionarsi con loro, tanto che l’amica Florance (Isabelle Carré), sposata con un analista, è convinta che soffra di androfobia, una nevrosi in piena regola che la porta a sentirsi inadeguata al cospetto dell’altro sesso. Così, dopo l’ennesimo litigio con l’eterno fidanzato, reo di aver mangiato durante la sera del loro anniversario la ciliegina che decorava la torta, Amanda è convinta da Florence a conoscere Antoine (Pascal Elbé). Credendo che sia omosessuale, a poco a poco Amanda stringerà con lui un forte legame che la porterà a superare i suoi timori di sempre.
La Morante s’ispira all’interpretazione freudiana della Gradiva di Jensen, ma il suo Ciliegine è solo un divertissement bourgeois bohémien sterile sterile, una commedia d’equivoci esili, un meccanismo prevedibile e automatico di ingranaggi figurine sotto l’ombrello dell’autoironia caricaturale. Cinema viziato, carino sino allo stucchevole. Nel genere sono da preferirsi persino i film firmati Bruni Tedeschi.
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